Ciao Darwin, la commozione di Paolo Bonolis e la fine di un'era

Per molto tempo Ciao Darwin ha rappresentato per tutti quelli che ci tengono a far sapere agli altri di guardare la televisione solo per i programmi di una certa rilevanza culturale il male di tutti i mali, senza rendersi conto che il varietà condotto da Paolo Bonolis è riuscito più di altri a mandare messaggi di una certa rilevanza sociale approfittando della sua confezione leggera e apparentemente fine a sé stessa. Lì dove molti si sono fermati ai primi piani dei fondoschiena delle ballerine e allo sguardo inebetito degli uomini del pubblico ogni volta che Madre Natura scendeva le scale, Paolo Bonolis ha messo pian piano le basi per un programma in grado di parlare a tutti, dai più giovani ai più maturi, mostrando spesso i limiti intellettuali di un Paese abituato da sempre a prendersi troppo sul serio. Al di là dei magri risultati raggiunti dalle prove di A spasso nel tempo, ossia quelle in cui i concorrenti scambiavano Leonardo Da Vinci per un giocatore di basket dell'NBI, e dall'ansia trasmessa da Bonolis ai partecipanti della prova di coraggio, Ciao Darwin è riuscita a mostrare anche un'umanità che aveva bisogno di fare ordine per capire dove volesse andare.

La puntata in cui Bonolis ha, per esempio, suggerito agli Italiani e agli Stranieri che le differenze sulle quali le compagini facevano leva non sono mai esistite e quella in cui ha lasciato intendere che la squadra dei Gay non era costituita solo dagli stereotipi che il senso comune associa da sempre all'omosessualità hanno dimostrato, infatti, che Ciao Darwin avesse molte più chiavi di lettura di quanto non sembrasse di primo acchito. Merito di una costruzione del racconto sapiente e, soprattutto, di un conduttore che è riuscito a trasformare il racconto dell'evoluzione della specie come un pretesto per raccontare il paese reale, quello che fatica ad articolare un pensiero di senso compiuto e che si sdilinquisce per le ragazze in reggiseno. Ciao Darwin per tanto tempo ha rappresentato una sorta di malcelato fastidio per gli italiani perché li ha costretti a guardare allo specchio i loro difetti più evidenti, compresi quelli che hanno sempre faticato ad ammettere.
Bonolis durante il programma s'è lasciato andare a un momento intimo per salutare la ventunenne primogenita seduta tra il pubblico con mamma Sonia Bruganelli, ex moglie del conduttore dal 2023

Con il tempo il programma ha dovuto fare i conti con un mondo profondamente cambiato rispetto a quando aveva debuttato ma, anziché adeguarsi, ha coraggiosamente deciso di tenere la barra dritta andando incontro a tutti i rischi del caso. I commenti mordaci sulla rappresentazione della donna in televisione, insieme alla promozione di una certa ignoranza ostentata in prima serata hanno fatto sì che molti perdessero di vista quello che Ciao Darwin ha rappresentato per buona parte della sua vita: un mezzo di evasione che è riuscito a ridere non di, ma con gli italiani. Ora che è finito - è successo venerdì 23 febbraio su Canale 5, quando Paolo Bonolis si è congedato dal pubblico incapace di trattenere la commozione - c'è chi parla di vittoria e chi prende atto della notizia con rammarico. Nel nostro piccolo, siamo certi che Ciao Darwin sarà un programma che in futuro riapprezzeremo, cogliendo quello che finora ci era sfuggito e che avremmo potuto apprezzare durante il suo corso vitale.
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