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Capitali europee della Cultura 2025: nominate Nova Gorica e Gorizia

Capitali europee della Cultura 2025 nominate Nova Gorica e Gorizia
L’annuncio del Comitato sloveno è stato accolto da un boato in piazza della Transalpina. Festa per le due città di confine. In lizza erano rimaste anche Lubiana, Pirano e Ptuj
Capitali europee della Cultura 2025: nominate Gorizia e Nova GoricaCapitali europee della Cultura 2025: nominate Gorizia e Nova GoricaPiazza della Vittoria a Gorizia

Nova Gorica e Gorizia saranno Capitale Europea della Cultura 2025. L’annuncio del Comitato sloveno è stato accolto con un boato in piazza della Transalpina, dove si erano radunati gli abitanti delle due città di confine. Il luogo è particolarmente significativo poiché un tempo vi sorgeva un muro, che un po’ come quello ben più importante di Berlino simboleggiava la divisione dell’Europa in blocchi contrapposti.

In lizza erano rimaste anche altre tre città slovene: Lubiana, Pirano e Ptuj. Ed è un segnale preciso che la scelta sia caduta su Nova Gorica e Gorizia, il che permetterà di valorizzare i vari aspetti di un luogo dall’identità complessa, che reca i segni della cultura italiana, di quella slava e anche di quella germanica, poiché Gorizia-Nova Gorica è stata per lungo tempo, dal XV secolo in poi, un centro di rilievo dell’Impero asburgico.

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In passato questo territorio è stato oggetto di contese e conflitti sanguinosi. Annessa di fatto al Terzo Reich dopo il 1943 come tutto il Litorale Adriatico, Gorizia fu sottoposta alla spietata occupazione nazista fino al 1945, anno in cui subì, sia pure per breve durata, quella delle forze partigiane comuniste di Tito, che erano intenzionate ad annetterla alla Jugoslavia e fecero parecchie vittime prima di essere costrette a ritirarsi dagli anglo-americani. Con il trattato di pace di Parigi del 1947, il centro urbano rimase all’Italia, ma al regime di Belgrado venne consegnata gran parte del territorio comunale, su cui è sorta la città gemella di Nova Gorica.

Anche in precedenza del resto Gorizia era stata teatro di eventi tragici. Durante la Prima guerra mondiale, quando la città era sotto l’Austria-Ungheria, le truppe italiane la conquistarono nell’agosto 1916 a prezzo di fiumi di sangue. E se il poeta Vittorio Locchi celebrò quel successo con il componimento La sagra di Santa Gorizia, fra le truppe si diffuse, per quanto vietata, la canzone O Gorizia tu sei maledetta, che ricordava le sofferenze e le perdite enormi subite dall’esercito italiano per una vittoria non certo decisiva. Infatti gli austro-ungarici ripresero Gorizia nel 1917, dopo Caporetto, e i nostri soldati vi tornarono solo nel 1918, grazie alla battaglia di Vittorio Veneto.

Con il tempo comunque le ferite inferte a Gorizia dalle tempeste del Novecento (ricordiamo anche la strage neonazista di Peteano, avvenuta nel 1972 a due passi dalla città con tre carabinieri uccisi) si sono rimarginate. Oggi tra l’altro ogni anno vi si svolge il più importante festival italiano di riflessione sul passato: «èStoria», diretto da Adriano Ossola, che svolge un ruolo importante di confronto civile anche su temi scottanti e ospita spesso studiosi di grande caratura internazionale.

Capitale Europea della Cultura è un titolo onorifico conferito ogni anno a due città appartenenti a due diversi Stati membri dell’Unione Europea. L’obiettivo dell’iniziativa è tutelare la ricchezzae la diversità della cultura continentale, valorizzare le caratteristiche comuni ai popoli e sviluppare un sistema che possa generare un importante indotto economico. Quest’anno era toccato a un altro luogo multiculturale e carico di storia: la città croata di Fiume (Rijeka per gli slavi), designata insieme all’irlandese Galway. Purtroppo entrambe hanno dovuto limitare le iniziative per via della pandemia da Covid-19.

Per il 2025 assieme a Nova Gorica e Gorizia, appena designate dal Comitato sloveno, la scelta è caduta su Chemnitz, città tedesca situata quasi al confine con la Repubblica Ceca che subì gravissimi danni durante la Seconda guerra mondiale e venne ribattezzata Karl Marx Stadt sotto il regime comunista della Germania orientale.

«Oggi non hanno vinto solo Gorizia e Nova Gorica, ma ha vinto l’Europa», ha affermato il sindaco del capoluogo isontino, Rodolfo Ziberna, rivolgendosi alla presidente della giuria slovena, subito dopo la proclamazione. Senza dubbio si tratta di un altro atto del processo di riconciliazione tra Roma e Lubiana che ha visto un passo importante nello scorso luglio con l’incontro a Trieste fra il capo dello Stato Sergio Mattarella e il presidente sloveno Borut Pahor, che insieme hanno reso omaggio sia alle vittime slave del nazionalismo fascista sia a quelle italiane del comunismo titino.

19 dicembre 2020 (modifica il 19 dicembre 2020 | 13:18)

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