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Prova di italiano, tra le tracce della maturità l'elogio del silenzio della ...

Prova di italiano tra le tracce della maturità lelogio del silenzio della
Laurea in Lettere antiche all'Unito, esordio a La Stampa, la giornalista e saggista lavora su questo tema da tutta la vita:«Il silenzio è uno strumento di comunicazione da riscoprire. Soprattutto per i giovani»

diGianfranco Raffaelli

Laurea in Lettere antiche all'Unito, esordio a  La Stampa, la giornalista e saggista lavora su questo tema da tutta la vita: «Il silenzio è uno strumento di comunicazione da riscoprire. Soprattutto per i giovani»

E alla fine ti ritrovi come autore di una traccia alla Maturità, accanto a Pirandello e all'eterno Ungaretti. La sorpresa ha raggiunto Nicoletta Polla Mattiot durante un viaggio di lavoro, inaugurando una giornata convulsa di interviste e messaggi e felicitazioni da tutta Italia. La studiosa, divulgatrice e giornalista torinese ha trovato però il tempo di dichiararsi «Felice che questo tema sia entrato nelle tracce e che i ragazzi possano cimentarsi con questo argomento». 

L'argomento è il silenzio, appunto, tema che la giornalista si è scelta da sempre, per studiarlo in tutte le sue sfaccettature artistiche e filosofiche, culturali, psicanalitiche e perfino alla luce delle regole del marketing. Un lavoro di studio e soprattutto di divulgazione portato avanti parallelamente  a un percorso variegato nel mondo del giornalismo. Dagli inizi alla Stampa e nella redazione torinese di Repubblica ai femminili a Milano (in particolare Grazia Mondadori), prima da redattore poi in ruoli dirigenziali. Importante anche la direzione della Divisione periodici lifestyle del Sole 24 Ore. Al tema del silenzio Nicoletta Polla-Mattiot ha dedicato libri come Le funzioni comunicative del silenzio (1990), Il paradosso del silenzio (2009) e Riscoprire il silenzio (2004 e 2018) da cui arriva la traccia sottoposta ai maturandi più originale del 2024, ma anche, dal 2005, il sito ascoltareilsilenzio.org, il lavoro di supervisore scientifico del Festival del silenzio di Vicenza e Treviso, l'Accademia del silenzio fondata nel 2010 con Duccio Demetrio e la collana dei Taccuini del silenzio per la casa editrice Mimesis. Di silenzio ha parlato come autrice e regista di spettacoli teatrali (come Tacita Muta: le donne senza volto e senza voce della storia) e come docente universitaria. E anche in occasione delle tante collaborazioni a Torino con il Circolo dei lettori e il Festival della spiritualità.

Da dove nasce il primo interesse per questo tema?«A Torino, dalla mia tesi di laurea. Mi sono laureata in Retorica e tecnica della comunicazione a Palazzo Nuovo. Avevo proposto ad Adriano Pennaccini un lavoro un po' sui generis sull'Institutio Oratoria di Quintiliano: uno studio sull'importanza del tacere nel più famoso testo dell'antichità sul 'parlare bene'. Il professore mi diede fiducia e tutto è iniziato lì. Circa trent'anni fa».

Quanto è importante che i maturandi italiani si siano confrontati con questo tema?«Per me rappresenta il coronamento del lavoro fatto negli ultimi 5 anni allo Iulm, la Libera università di lingue e comunicazione di Milano. Non posso non ringraziare ancora una volta il direttore Gianni Canova che ha voluto per me la Cattedra di Silenzio e comunicazione, che da quest'anno si chiama invece Ecologia del Silenzio. Lì ho cercato di comunicare il lavoro fatto sul tema del 'silenzio attivo', il silenzio per scelta che è un modo di comunicare, addirittura uno strumento che ha prodotto cultura, arte, crescita sociale, nuove terapie nel campo della psicanalisi. E lì ho imparato anche molte cose, grazie al punto di vista dei ragazzi del terzo anno».

Su How to spend it, del gruppo Sole 24 ore, lei ha coniugato le sue ricerche filosofiche e storiche sul silenzio anche al tema del marketing, del lusso.

«Il silenzio oggi è decisamente un lusso, un'esperienza forte da scegliere e su cui investire, da conquistare in un'epoca in cui il 'non rumore' è spesso bandito, rifiutato. E questo nell'ambito di una più generale rivoluzione del concetto di lusso in cui più che di oggetti, di beni status symbol sempre più spesso si parlerà di 'lussi intangibili', ovvero esperienze, sensazioni, scoperte, saperi...»

La storia sociale di genere, l'empowerment femminile sono un altro tema  dei suoi studi e delle sue tante attività. Tra le tracce al maschile dei soliti grandi autori è interessante che i due spunti più contemporanei siano firmati da donne, lei e la costituzionalista Cabiddu. Il silenzio è anche un tema 'di genere'?

«Assolutamente sì, spero che le ragazze e i ragazzi riflettano sulla differenza tra il silenzio 'produttivo', scelto - quello che può essere oggi il mezzo per ridare potere e dignità alla parola e al pensiero consapevole, quasi una forma di resistenza intellettuale - e il silenzio 'obbligato'. Parlo di quello che troppo spesso ancora oggi è imposto a tante donne in vari modi. In Femminile singolare, nella collana Mimesis, il mio obbiettivo era ridare la parole alle grandi figure femminili del mito, della letteratura e della storia che spesso sono rimaste mute sullo sfondo, a cui nessuno ha chiesto il loro parere sulle vicende che le riguardano. Penelope e le Sirene di Omero, ma anche Difred de Il racconto dell'ancella e la stessa Maria. La storia delle donne è, troppo spesso, una storia di silenzi».

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19 giugno 2024 ( modifica il 19 giugno 2024 | 18:10)

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